La mela Annurca ha circa 2000 anni ed è l'unica mela prodotta nell'Italia Meridionale.(Soprattutto nei paesi alle falde del Vesuvio ed in provincia di Avellino,Salerno,Benevento,Caserta) Ha ottenuto nel 2006 l'indicazione geografica protetta.(IGT).
Le testimonianze della lunga vita di questa tipologia di mela sono visibili in alcuni dipinti pompeiani e dagli scritti di Plinio il Vecchio ( "Naturalis Historia" ,Mela orcula).
Le testimonianze della lunga vita di questa tipologia di mela sono visibili in alcuni dipinti pompeiani e dagli scritti di Plinio il Vecchio ( "Naturalis Historia" ,Mela orcula).
La Mela Annurca viene chiamata anche "regina delle mele" per le sue caratteristiche qualitative molto positive e non solo dal punto di vista nutrizionale ma anche grazie alla sua polpa croccante, leggermente acidula ma succosa con un profumo elegante e di colore bianca e compatta.(la durezza della polpa viene misurata e deve avere un valore > 8.5 durante la raccolta , e a fine conservazione di >5kg)
Come si evince dalla foto l'annurca possiede un alto contenuto di vitamine (B1 B2 PP C) e vari minerali ; inoltre da alcuni studi condotti dall'Università Federico II di Napoli - D.Scienza degli alimenti si è scoperto che questo frutto ha un'azione gastroprotettiva contro i danni ossidativi alle cellule epiteliali per la ricchezza in composti fenolici.
La Mela Annurca è caratterizzata da un peduncolo breve e debole che provoca la caduta del frutto stesso a causa dell'accrescimento della pressione sempre crescente sul rametto. Per garantire il tipico colore rosso vengono raccolte a mano e stese in melaio (terreno sistemato non superiore a 1.50 metri su cui sono stesi materiali soffici , spesso trucioli di legno.) esposte alla luce entro e non oltre il 15 Dicembre.
Il portinnesto tradizionale dell’Annurca è il franco (soggetto derivato da seme di pianta gentile), dotato di buon adattamento ai vari tipi di terreno, discreta resistenza alla siccità e ai ristagni di acqua nel suolo, elevata produttività, ma di notevoli difetti, quali l’elevata vigoria, il ritardo della messa a frutto, la scarsa colorazione. Per realizzare una frutticoltura moderna, basata su una precoce entrata in produzione degli impianti, una fruttificazione costante nel tempo e qualitativamente pregiata sono stati introdotti fin dai primi anni settanta, portinnesti clonali, i più interessanti e diffusi sono M9 e M26.
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