29 mar 2013

Pastiera di grano Napoletana - Antica Tradizione

« E,venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che nce poteva magnare n’asserceto formato.» (Basile)

La pastiera Napoletana è un dolce  Napoletano tipico delle le festività pasquali . La pastiera è considerata un dolce onnipresente sulle tavole dei Napoletani .

Mitologicamente parlando si narra che la sirena Partenope sia risieduta nel Golfo di napoli , tra Posillipo ed il Vesuvio. Ogni primavera la Sirena emergeva dalle acque del golfo e salutava i napoletani allietandoli con canti d'amore e di gioia. Una volta  i cittadini furono cosi entusiasmati dai canti che decisero di donare a Partenope qualcosa di veramente prezioso: Farina(simbolo di forza e ricchezza delle campagne) , Zucchero(per esprimere la grande dolcezza dei canti della Sirena) ,Grano Tenero(a prova dei due regni della natura), Aromi ( considerati importanti), Spezie( provenienti da paesi lontani)  , Uova (simbolo della vita che si rinnova sempre) e Ricotta.(omaggio dei pastori e delle pecore). Partenope portò tutti questi doni nella sua dimora nel profondo mare azzurro   ai piedi degli Dei che a loro volta furono cosi entusiasti che mescolarono tutti gli ingredienti dando vita a qualcosa di ancora più dolce dei canti della famosa sirena; LA Pastiera !

Per quanto riguarda le Origini "moderne" del dolce è bene ricordare che  <<
La pastiera, forse, sia pure in forma rudimentale, accompagnò le feste pagane celebranti il ritorno della primavera, durante le quali le sacerdotesse di Cerere portavano in processione l'uovo, simbolo di vita nascente. Per il grano o il farro, misto alla morbida crema di ricotta, potrebbe derivare dal pane di farro delle nozze romane, dette appunto " confarratio ". Un'altra ipotesi la fa risalire alle focacce rituali che si diffusero all'epoca di Costantino il Grande, derivate dall'offerta di latte e miele, che i catecumeni ricevevano nella sacra notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale.
Nell'attuale versione, fu inventata probabilmente nella pace segreta di un monastero dimenticato napoletano. Un'ignota suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell'arancio del giardino conventuale. Alla bianca ricotta mescolò una manciata di grano, che, sepolto nella bruna terra, germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, l'acqua di mille fiori odorosa come la prima vera, il cedro e le aromatiche spezie venute dall'Asia.
È certo che le suore dell'antichissimo convento di San Gregorio Armeno erano reputate maestre nella complessa manipolazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in gran numero per le mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia.
Ogni brava massaia napoletana si ritiene detentrice dell'autentica, o della migliore, ricetta della pastiera. Ci sono, diciamo, due scuole: la più antica insegna a mescolare alla ricotta semplici uova sbattute; la seconda, decisamente innovatrice, raccomanda di mescolarvi una densa crema pasticciera che la rende più leggera e morbida, innovazione dovuta al dolciere-lattaio Starace con bottega in un angolo della Piazza Municipio non più esistente.
La pastiera va confezionata con un certo anticipo, non oltre il Giovedì o il Venerdì Santo, per dare agio a tutti gli aromi di cui è intrisa di bene amaIgamarsi in un unico e inconfondibile sapore. Appositi "ruoti" di ferro stagnato sono destinati a contenere la pastiera, che in essi viene venduta e anche servita, poiché è assai fragile e a sformarla si rischia di spappolarla irrimediabilmente.>>
Una curiosità che appassionerà senza dubbio i napoletani è la storia dell'intercalare "Magnatell' na risat" : Si dice che MariaTeresa d'Asburgo-Lorena   che era soprannominata la "principessa che non sorride mai"  cedette all'insistenza del marito (  FerdinandoII di Borbone )  ed assaggiò La pastiera napoletana e non potè fare a meno di sorridere.

Gli ingredienti e le quantità sono :  (tortiera 28 30 cm )
420 gr di *grano cotto per pastiera
300 gr di latte
25 gr di strutto (o burro)
700 gr di ricotta
450 gr di zucchro
7 uova
70 ml di acqua di fiori d'arancio (2 fialette di fiori d'arancio)
150 gr di cedro candito (o arancia candita)
una dose doppia della pasta frolla
zucchero a velo q.b.

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